
UNA GUIDA TASCABILE DA SCRIVERE INSIEME
Questo materiale è pensato per accompagnarti mentre ti avvicini al Parco delle Gole della Breggia, con la curiosità di esplorarlo e con il desiderio di portare a scuola la ricchezza di questa esperienza. Non è un diario da compilare per dovere, ma un contenitore aperto, personale e progressivo: uno spazio che potrai riempire nel tempo con appunti, osservazioni, riflessioni e intuizioni.
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Alla base di questa proposta c’è l’idea del so-stare nelle pratiche: un invito a rallentare, a fermarsi e a riconoscere il valore del tempo dedicato alla riflessione. Non sempre ciò che viviamo diventa subito apprendimento; spesso i fatti restano episodi isolati, senza legami con il vissuto. La scrittura, intesa come diario di bordo, permette invece di trasformare l’esperienza in occasione di apprendimento riflessivo, di rilettura critica e di costruzione di senso.
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Lo studio dell’ambiente – e più in generale la didattica esperienziale – ha una lunga tradizione nell’uso del diario di bordo: uno strumento che accompagna il lavoro sul campo, raccoglie osservazioni, percezioni ed emozioni e consente di rivedere e reinterpretare ciò che si è vissuto anche a distanza di tempo. Così il diario diventa non solo memoria di ciò che è accaduto, ma anche ponte tra teoria e pratica, tra azione e pensiero, tra presente e futuro.
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Questo materiale intende quindi:
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documentare le attività svolte, anche negli aspetti apparentemente marginali, per far emergere dettagli significativi;
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favorire la riflessione sul proprio agire educativo, sugli apprendimenti e sulle emozioni che lo accompagnano;
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stimolare la metariflessione, cioè la capacità di pensare i propri pensieri e attribuire nuovo senso a ciò che si è vissuto;
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sostenere la crescita professionale, rendendo visibile l’evoluzione della propria postura educativa.
Potrai utilizzare questo strumento nel modo che senti più vicino: come quaderno di appunti, come spazio di rielaborazione creativa, come archivio di idee o come taccuino di viaggio didattico. Non è un obbligo, ma un’occasione: un’occasione per abitare le pratiche, per ascoltarti e ascoltare, per lasciare traccia di un percorso che, se condiviso, potrà arricchirsi di nuove prospettive e generare trasformazioni.